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Twitter, stop al limite dei 140 caratteri

Più parole su Twitter. Il social network dei cinguettii ha, infatti, deciso di aumentare lo spazio a disposizione per gli utenti, passando da un totale di 140 a 280 caratteri per tweet.
Lo spazio si raddoppia al fine di aiutare gli iscritti al social ad essere più espressivi. Da un’indagine della stessa azienda di San Francisco, secondo quanto comunicato sul suo blog ufficiale, il limite di spazio rappresenta un vero e proprio ostacolo, in particolare per chi scrive in inglese. La modifica non interesserà i tweet in lingua cinese, giapponese e coreano perché con l’utilizzo degli ideogrammi i messaggi postati sulla piattaforma contenevano già circa il doppio delle informazioni rispetto a quelli scritti con caratteri alfanumerici.

Una delle caratteristiche peculiari di Twitter cambia, nonostante le resistenze espresse per molti anni. Il limite dei 140 caratteri, precedentemente considerato un punto di forza, viene meno allo scopo di evitare la “fuga dei contatti”. I 140 restano, però, privilegiati nella visibilità: per leggere le parole o le lettere che superano questa soglia, per visualizzare il resto del messaggio occorrerà cliccarci sopra.
Al momento la novità è in fase di test e il rilascio della nuova funzionalità sarà graduale, ma l’entusiasmo suscitato è evidente.

Staremo a vedere o, meglio, a commentare con un tweet.

Video all’insaputa sui social? Nuovo reato da novembre

Postare sui social audio video all’insaputa dell’interessato potrà diventare reato. I social network, grandi protagonisti del nostro tempo, sono un potente mezzo di comunicazione e, al contempo, uno strumento da utilizzare secondo precise regole. Quest’ultimo aspetto, nell’utilizzo più comune di Facebook & Co., viene spesso ignorato, ma a sollevare l’attenzione sul tema ci pensa la legge 103/2017.
Stiamo parlando della legge delega per la riforma delle intercettazioni, entrata in vigore lo scorso 3 agosto, e che entro tre mesi, a partire da novembre, dovrà disciplinare il reato di fraudolenta diffusione di riprese audio/video e di conversazioni telefoniche di una persona inconsapevole.

Il reato potrebbe essere punibile anche con una condanna fino a quattro anni di carcere. Niente allarmismi però: “osserviamo” casi ed eccezioni per capire meglio quando e come è possibile agire.
La punibilità vi è quando le registrazioni, anche telefoniche, o le riprese hanno lo scopo di colpire e recare danno e sono svolte con l’inganno nei confronti dell’interessato.
Non si tratta di azioni illegali, invece, la ripresa o la registrazione utilizzate nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o di cronaca.
Allo stesso tempo un’ulteriore finalità positiva è la diffusione del video per migliorare l’immagine altrui. In tal caso non vi è sanzione penale.

Nessuno stop generale, quindi, agli audio o ai video, contenuti molto apprezzati sui social, ma attenzione alla realizzazione, finalità e diffusione degli stessi.

Rivoluzione LinkedIn, tutte le novità della piattaforma

Novità per LinkedIn, che cresce anche grazie alla “collaborazione” con Microsoft. L’azienda statunitense ha lanciato un’app dedicata per Windows 10, rilasciata nel Windows Store, che, per mezzo di notifiche visualizzabili direttamente su desktop, potrà gestire più facilmente conversazioni, relazioni e nuove opportunità. Andiamo per ordine: sono state reintrodotte due funzioni molto utili che permettono all’utente di sapere chi ha condiviso un suo post o un suo articolo. Fa il suo ritorno anche il pop-up che permette di ricevere informazioni su un iscritto, solo passando il mouse sul nome. Al contempo, in questa scia di integrazioni che vedono l’utente come protagonista, si potrà attivare o disattivare a piacere qualunque notifica.
Ad oggi un utente della piattaforma può già sapere chi visualizza il suo profilo, ma LinkedIn vuole superarsi dando la possibilità agli utenti, tramite la Research appearance, di sapere quante e quali persone hanno effettivamente, e quindi non casualmente, cercato un altro contatto.

Udite, udite: la novità più attesa e richiesta è data dall’introduzione dei video nativi. Proprio come su Facebook, si potranno caricare i video su LinkedIn direttamente dall’app. Questa funzione, precedentemente testata solo per gli influencers, riguarderà tutti, anche se in Italia bisognerà attendere un po’ prima che sia disponibile. Appare evidente la volontà di LinkedIn di “mettersi alla pari” con gli altri social in termini di fruibilità e, al contempo, fidelizzare gli utenti e non far abbandonare la piattaforma.
Il servizio web punta in alto e lo fa garantendo l’indicizzazione “totale” di tutto ciò che avviene nella rete di LinkedIn. Se fino ad oggi si poteva scegliere di condividere con i propri collegamenti o rendere visibile il proprio post a tutto il “popolo” di LinkedIn, d’ora in poi postare sul “social network del lavoro” significherà comunicare con tutto il “pubblico” del web, anche al di fuori della piattaforma.
Informativo e interattivo, propone anche il resoconto giornaliero, o meglio un riassunto, in cui raccoglie tutte le notizie più rilevanti e discusse dai contatti di ogni utente.
Insomma tante integrazioni e novità tutte da sperimentare che, se utilizzate al meglio, possono trasformarsi in interessante ampliamento della rete e nuove opportunità di business.